Wimbledon regala emozioni in campo e colpi di scena fuori: Flavio Cobolli vive un vero incubo durante il torneo: sbattuto fuori.
C’è qualcosa di sacro a Wimbledon. I prati perfetti, il bianco obbligatorio per l’abbigliamento, il silenzio rispettoso sugli spalti, il tè servito con rigore britannico. Ogni anno, quando il torneo più antico e formale del tennis prende il via, sembra di entrare in un rituale che si ripete immutabile, come un’elegante liturgia sportiva.

Tutto è curato nei minimi dettagli, tutto ha un suo peso, un suo codice. Anche chi partecipa, lo sa bene: a Londra non si viene solo a giocare, si viene a rispettare una tradizione. Eppure, proprio nel cuore di questo equilibrio così composto e quasi aristocratico, a volte accade qualcosa che rompe lo schema.
Flavio Cobolli: caos a Wimbledon
Qualcosa che spiazza, diverte, oppure fa storcere il naso. E in questa edizione 2025, la storia più assurda, se vogliamo anche tragicomica, arriva da un giovane italiano che a Wimbledon sta cercando di scrivere il suo piccolo capitolo personale. Flavio Cobolli, classe 2002, non è una delle teste di serie del tabellone, però è uno di quelli che ci mette il cuore, punto dopo punto. Solo che, oltre agli avversari, Cobolli si è ritrovato a combattere un altro tipo di battaglia, molto meno prevedibile.

Già nei giorni scorsi aveva raccontato delle notti difficili, del caldo soffocante che lo aveva costretto a dormire male. La casa affittata per il torneo, infatti, era sprovvista di aria condizionata. Un dettaglio non da poco, considerando le temperature insolitamente alte che stanno colpendo Londra in questi giorni. Ma quello che è successo nelle ultime ore ha superato ogni aspettativa. Il tennista romano è stato letteralmente sbattuto fuori. Sì, proprio così. Lui e tutto il suo team sono stati sfrattati dalla proprietaria della casa.
“Devo cambiare casa. La signora non ci ha rinnovato. Che devo fare, cambiare casa a metà torneo?”, ha dichiarato Cobolli in conferenza stampa, con un misto di amarezza e incredulità. Le sue parole lasciano poco spazio all’interpretazione. Non è solo una questione logistica. È una complicazione pesante in un momento delicato. Trovare una sistemazione nuova nel bel mezzo di Wimbledon non è semplice. Gli alberghi sono costosi, spesso lontani dai campi, e comunque sarebbero solo un ripiego.
E mentre a Wimbledon si prosegue con il cerimoniale impeccabile fatto di inchini, fragole con panna e servizi al bacio, Cobolli si trova a correre anche fuori dal campo, tra telefonate, prenotazioni e borse da rifare. Un paradosso quasi surreale, che racconta anche quanto possa essere complicata, a volte, la vita di un professionista lontano dai riflettori principali.
In tutto questo, resta da vedere se l’azzurro riuscirà a isolarsi abbastanza da restare competitivo. Perché Wimbledon è anche questo: un torneo che non perdona distrazioni, dove ogni dettaglio può fare la differenza. E a volte, la partita più dura non si gioca sul Centrale.