Matteo Berrettini esce al primo turno di Wimbledon e per molti è ormai il segnale che qualcosa, purtroppo, si è spezzato per sempre.
Non c’è stato il miracolo, e forse neppure l’illusione. Matteo Berrettini ha perso ancora, questa volta al primo turno di Wimbledon, contro il polacco Kamil Majchrzak, e la sua avventura si è conclusa con un’uscita di scena rapida e dolorosa.

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Per lui, per i tifosi, per chi ancora sperava di vederlo lottare ai livelli che aveva toccato solo pochi anni fa. Perché quello che colpisce non è solo la sconfitta, ma tutto il contorno: il corpo che non risponde, l’atteggiamento spento, la testa bassa che dice più di mille parole. E infatti, il dibattito attorno al suo futuro è tornato a riaccendersi con una certa urgenza.
Berrettini: parole che non lasciano dubbi
Matteo è, senza ombra di dubbio, uno degli atleti più amati del tennis italiano. Ha fatto sognare, ha portato l’Italia in finale a Wimbledon, ha mostrato colpi devastanti e una presenza in campo che per anni è stata il suo marchio di fabbrica. Però adesso tutto questo sembra lontano. Troppo lontano. Gli infortuni continuano a tormentarlo, soprattutto quello all’addome, che ormai è diventato una specie di compagno di viaggio indesiderato. Non è un fastidio passeggero, è qualcosa che lo ha tenuto fuori dai giochi per mesi, che gli ha fatto saltare tornei su tornei e che, a quanto pare, non gli dà tregua nemmeno quando scende in campo.

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Durante un episodio recente del podcast “La telefonata”, Paolo Bertolucci ha affrontato proprio questo nodo. Senza giri di parole, ha detto ciò che molti pensano ma pochi hanno il coraggio di esprimere: “Non sta bene, non è in condizione. Si vedeva dall’atteggiamento a testa bassa. Ormai sono due anni che va avanti con questa cosa qui all’addominale.” E aggiunge una riflessione pesante come una sentenza: “Non so se ha ancora dolore o se non tira più come prima per paura di una ricaduta, ma ormai ha perso due anni. Ogni volta sta fermo uno o due mesi, poi si ripresenta e deve ricominciare tutto da capo. Purtroppo non se ne esce.”
Le parole colpiscono perché arrivano da chi conosce bene questo sport e i suoi meccanismi, ma soprattutto perché rispecchiano ciò che molti hanno visto in campo. Berrettini non sembra più lo stesso. Né fisicamente, né mentalmente. L’ombra del giocatore che ha fatto tremare Djokovic sull’erba londinese oggi appare appannata, fragile, in costante rincorsa. E tra i tifosi, ormai, cresce l’attesa per quella che potrebbe essere una comunicazione inevitabile: una pausa più lunga, o addirittura l’addio.
Per ora non c’è nulla di ufficiale, ma il silenzio pesa. Perché in fondo tutti lo sanno: anche i campioni hanno un limite, e il fisico, quando si rompe davvero, non sempre permette di tornare indietro. Berrettini, con la sua forza e il suo sorriso, ha già superato ostacoli enormi. Però adesso il tempo stringe, e serve una decisione. Magari dolorosa, ma sincera.