Non c’è un attimo di tregua per Jannik Sinner numero uno del tennis mondiale. Nemmeno sull’erba elegante e perfetta di Wimbledon.
Jannik Sinner è al centro di ogni discussione a Wimbledon, tra critiche, elogi e un inaspettato discorso sul futuro. Il numero uno del mondo dovrebbe concentrarsi solo sul suo tennis. Invece, tutto intorno a lui continua a muoversi come un turbine.

Dopo il clamoroso licenziamento in tronco di due figure chiave del suo team, Umberto Panichi e Giacomo Badio, lo spogliatoio è diventato terreno di analisi, speculazioni e retroscena. Ma non è solo il suo staff a far parlare. In queste settimane ogni giornalista, ogni ex tennista, ogni osservatore ha sentito il bisogno di dire la sua.
Sinner nella bufera
Tutti si sentono in obbligo di commentare ogni cosa, di parlare di tutto. Su come gioca, su quanto resista, su come gestisca la pressione. Insomma, su tutto. Eppure, tra i tanti commenti — spesso critici, a volte invadenti — ce n’è uno che ha sorpreso tutti. A parlare è stato Nick Kyrgios. Sì, proprio lui, l’enfant terrible del tennis mondiale, uno che non le manda mai a dire e che raramente si schiera con chi rappresenta il tennis più lineare e composto.
Eppure stavolta qualcosa sembra essere cambiato. Durante un’intervista nel podcast UTS insieme al coach Patrick Mouratoglou, Kyrgios ha detto parole che, fino a qualche mese fa, sarebbero sembrate impensabili: “Carlos potrebbe distrarsi, potrebbe fare troppe feste. Questo è il suo unico problema, mentre Sinner sarà più concentrato, credo”. E ancora: “Sinner è più costante in generale. È proprio la sua mentalità”.

Per chi conosce Kyrgios, una sorta di anti-eroe del circuito, queste dichiarazioni suonano quasi come una conversione. Per anni ha guardato con sospetto i giocatori più rigidi, quelli tutti tennis e disciplina. Però ora, osservando da fuori, sembra riconoscere in Sinner qualcosa di diverso. Non solo talento puro, ma una costanza mentale che lo rende, forse, il più affidabile della nuova generazione. E questo, detto da lui, ha un peso.
È curioso notare come, mentre fuori dal campo si parla ancora della rottura con Panichi — legata a una presunta fuga di notizie dopo la sconfitta al Roland Garros — dentro il campo Jannik continui a dare segnali di solidità. Nonostante tutto. E forse è proprio questo che colpisce Kyrgios: la capacità di Sinner di restare sempre centrato, anche quando attorno esplode il caos. In un momento in cui l’australiano si sta progressivamente riavvicinando al mondo del tennis non solo come giocatore ma anche come commentatore e osservatore privilegiato, la sua approvazione conta.
Senza ombra di dubbio, Sinner è il volto della nuova era del tennis. E anche chi, come Kyrgios, ha sempre fatto da voce fuori dal coro, sembra ora voler riconoscere che quel ragazzo dai capelli rossi e dai modi pacati ha qualcosa in più. Qualcosa che va oltre il ranking. Qualcosa che somiglia maledettamente a una certezza.