
Le questioni di principio saranno pure belle, ma a un certo punto poi vanno abbandonate. E il “non superiamo questa offerta” nella trattativa Jashari, per carità, può essere anche una posizione comprensibile e rispettabile. Poi però, a un certo punto, dovrebbe però scaturire una diretta conseguenza: lascio perdere e prendo un altro. Il Milan invece aspetta: lo fa perché Ardon vuole fortemente il rossonero e perché Allegri e Tare ricambiano nello stesso modo. Un qualsiasi altro giocatore sarebbe stato “abbandonato” già da un pezzo: ma Jashari no. E allora però, tocca al Milan fare il prossimo passo in avanti: questo affare si è impantanato senza un senso logico per nessuna delle parti in causa, ma ora chi ha più buonsenso deve provare a scuoterlo. Le cessioni che stanno arrivando a ripetizione (Pobega e Morata fatti, presto anche Colombo, Royal e – sarebbe un miracolo – Bennacer) liberano tanti mezzi ulteriormente impiegabili per stappare l’operazione. In fondo, perdere per un paio di milioni un titolare sarebbe delittuoso e soprattutto ridimensionerebbe quella famosa “centralità del campo” che è stata sbandierata solo poche settimane fa.
Il discorso Jashari vale più o meno anche per Guela Doué: il Milan ha mollato Pubill perché non piaceva a tutti – giusto così -, ma non riesce a sbloccare quello che invece riunisce i consensi tecnici all’unanimità. Trattare con lo Strasburgo (il Chelsea) non è semplice, ma la storia insegna che fare i tirchi per qualche milione, non paga, perché poi i milioni, in campo, si perdono facilmente senza giocatori forti.
L’unico affare infine su cui il Milan fa bene a temporeggiare è quello Vlahovic: la Juve dovrà trovare una soluzione al suo problema e i Rossoneri saranno pronti ad agire al momento giusto, fosse anche l’ultimo giorno di mercato. Dusan sarebbe la ciliegina sulla torta, verissimo. Ma perché abbia senso, bisogna finire prima la torta sotto, appunto, con Jashari e Doué: in fondo, l’aziendalismo di Max Allegri in queste prime settimane merita una ricompensa. Così come la meritano eccome i tanti Milanisti che hanno rinnovato l’abbonamento incondizionatamente: ora tocca a questa società dimostrare che hanno fatto bene.






