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Gigio e le storie tese

Si poteva immaginare che prima o poi il tappo sarebbe saltato per aria e avrebbe fatto non pochi danni. Quella famosa bottiglia di champagne, che era stata distribuita a piene mani per celebrare la magistrale interpretazione di Gigio Donnaruma con tanto dI Champions nella bacheca del Paris Saint-Germain, si è trasformata in un concentrato di cianuro. Sorseggiare quello champagne oggi è quasi una beffa, come se si trattasse di una storia di dieci anni e non di pochi mesi fa. Gigio e le storie tese: ci deve essere qualcosa di molto più grande sotto rispetto a un mancato accordo sul rinnovo del contratto in scadenza il prossimo giugno, visto che parliamo di uno dei club più ricchi e potenti al mondo. Ora, se guadagni 12 milioni e ti offrono 8 a stagione dopo essere stato il più grande protagonista della storia recente, è semplicemente un metodo per dirti “fatti più in là, non abbiamo bisogno di te”.

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Ci sarebbero i modi, ci sarebbe la forma, ci sarebbe un criterio elementare per chiudere meglio un rapporto, piuttosto che non convocarlo per la finale di Supercoppa europea di stasera a Udine contro il Totthenam. Invece, non c’è e amen. Peggio ancora: la premeditazione della provocazione oppure la provocazione della premeditazione porta a scegliere un altro portiere come Chevalier, pagandolo una tombola, come a voler dire “guarda che sappiamo come andare avanti, il problema non è il nostro”. Ma perché?

Un giorno ci spiegheranno i dettagli, se vorranno. Intanto, stiamo parlando del potenziale parametro zero più inatteso delle ultime settimane. E qui non vale il concetto “sono coperto perché ho un portiere forte”, piuttosto “anche se sono coperto, voglio prendere uno specialista straordinario”. Certo, Donnarumma potrebbe restare a Parigi fino alla scadenza del contratto, ma non sarebbe conveniente per tutte le parti coinvolte. Il PSG non può chiedere 45 o 50 milioni, a dieci mesi e mezzo dalla scadenza del contratto nessuno avrebbe tanta convenienza, a meno che non si decida di scaraventare un enorme pacco di soldi dalla finestra. Per 25 o 30 milioni magari si può ragionare e su questo terreno si giocherà la partita. Una premessa si impone: i club di Serie A oggi avrebbero chance vicine allo zero, anche perché sono tutte coperte e quell’ingaggio monstre nessuno può permettetelo. La Juve ci aveva pensato la scorsa estate e anche la scorsa primavera, prima del ribaltone Giuntoli. L’Inter ci ragionerebbe eventualmente a zero, ma la partita si gioca adesso.

Guardiola
Pep Guardiola (Foto LaPresse) Sportitalia.it

E ci sono tracce: lo scorso 7 aprile avevo svelato la pista Manchester City, dopo quanto raccontato nelle settimane precedenti, legata alla cessione di Ederson al Galatasaray che si può concretizzare in queste ore. Avevo aggiunto il Bayern, in azione sempre da gennaio, perché prima o poi bisognerà preparare il futuro senza Neuer. Si parla di Chelsea e Manchester United, ma senza grandi conferme almeno in queste ore. Se c’è un allenatore pronto a fare follie per Donnarumma, ha un nome e un cognome: Pep Guardiola. Il resto lo capiremo presto, ma di questa storia “Gigio e le storie tese” si parlerà ben oltre le pirotecniche vicende di mercato in corso su questi schermi.

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