Ha raggiunto la finale degli US Open, ma Jannik Sinner è rimasto invischiato in un testa a testa molto rischioso con Alcaraz: deve tornare in Italia.
Che si tratti di US Open, di Wimbledon o di qualsiasi altro torneo del circuito, la sfida tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz ha ormai assunto i contorni di un duello destinato a scrivere la storia. L’ennesima finale disputata in questa stagione – la terza in uno Slam su quattro, con l’unica eccezione degli Australian Open, dove lo spagnolo non era arrivato all’ultimo atto – è la dimostrazione plastica di come il tennis mondiale viva oggi all’ombra di questi due giovani campioni. Non è un caso che già in molti paragonino la loro rivalità a quella che ha illuminato i primi vent’anni del nuovo millennio: Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic hanno diviso il mondo tra tifoserie contrapposte, regalando partite entrate di diritto negli annali.

Ma mentre i “Big Three” hanno fatto storia, l’impressione è che Sinner e Alcaraz possano portare lo scontro generazionale ancora più in là, con la freschezza dei loro 24 e 22 anni e la continuità di risultati che li ha resi punti di riferimento assoluti. Al di là dei trionfi sul campo, il loro duello corre anche su altri piani. Chi firma più contratti di sponsorizzazione, chi conquista più record precoci, chi riesce a incidere di più sulla vita quotidiana degli appassionati. È un confronto totale, che non conosce confini. E le ultime notizie che arrivano da Roma aggiungono una sfumatura inedita, quasi “divina”, a questo intreccio destinato a durare per decenni.
Il Papa prepara il campo di Castel Gandolfo: chi giocherà per primo con Leone XIV?
A sorprendere tutti è stato infatti il desiderio espresso da Papa Leone XIV, grande appassionato di tennis da sempre. Dopo aver ricevuto in Vaticano Jannik Sinner lo scorso anno – quando l’altoatesino gli aveva donato una racchetta – il Pontefice aveva scherzato dicendo che “in Vaticano non era il caso di palleggiare”. Oggi, però, le cose sembrano cambiate: il campo da tennis di Castel Gandolfo è stato rimesso a nuovo e il Papa ha fatto capire di voler tornare a giocare. La suggestione che possa palleggiare con Sinner è fortissima, anche perché il numero uno al mondo aveva lanciato la battuta che potrebbe aver fatto da scintilla. Ma in questa “gara celeste” c’è anche Carlos Alcaraz, e forse con qualche metro di vantaggio.

Lo spagnolo, profondamente credente, porta sempre con sé un’immagine sacra regalatagli dalla nonna e, durante la permanenza a New York per gli US Open, ha visitato la cattedrale di San Patrick incontrando il vicario Luigi Portarulo. Proprio in quell’occasione avrebbe confidato il desiderio di palleggiare con il Papa. Ecco perché, se da un lato Sinner resta in prima fila per un invito a Castel Gandolfo, dall’altro Alcaraz potrebbe sorprendere tutti ed essere il primo a scendere in campo con Leone XIV, forte della sua devozione cattolica e di un legame spirituale che lo accompagna sin dall’infanzia. Che vinca Sinner o Alcaraz, una cosa è certa: a Castel Gandolfo il tennis rischia di vivere uno degli scambi più iconici di sempre.






