Carlos Alcaraz è il nuovo numero uno al mondo della classifica ATP, tuttavia Sinner continua a rimanere al centro dell’attenzione.
Carlos Alcaraz è il nuovo numero uno al mondo. Dopo una doppietta americana praticamente perfetta, facciamo riferimento al Masters 1000 di Cincinnati e all’US Open dominato, è riuscito a sopravanzare Jannik Sinner in classifica e diventare il riferimento assoluto del circuito mondiale.

Il fuoriclasse spagnolo ci ha messo tutto se stesso per riuscire a ottenere un risultato di questo calibro, e adesso cercherà di tenere lo scettro di numero uno per più tempo possibile.
Comunque, nonostante ormai sia finito al secondo posto, Sinner continua a far parlare di sé. Nonostante al centro dell’attenzione dovrebbe effettivamente esserci Carlos Alcaraz, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo in molti continuano a parlare del giocatore italiano, campione in carica di Wimbledon.
Alcaraz è primo, ma si parla ancora di Sinner: non solo in Italia
Jannik Sinner al centro dell’attenzione, non soltanto in Italia ma anche negli Stati Uniti. Il New York Times gli ha dedicato un articolo, in cui l’atleta italiano viene elogiato come vero e proprio esempio per i più giovani. Non soltanto per la cultura della vittoria e della sconfitta, per l’impegno costante e la ferrea volontà di fare il meglio possibile sempre e comunque, ma anche per una questione prima fisica e poi sportiva.

Secondo il noto quotidiano statunitense, infatti, ciò che deve essere effettivamente d’esempio è ciò che è stato Sinner da giovane e come ha gestito – e come è stato guidato – nella sua cavalcata poderosa verso il vertice massimo del tennis mondiale. Il riferimento, quindi, è all’adolescente che praticava sia tennis che sci e che non era certo di poter diventare effettivamente un tennista professionista. In effetti, il New York Times ha raccontato proprio del fatto che a 13 anni Sinner ha lasciato casa per allenarsi con un famoso allenatore italiano di tennis: Riccardo Piatti. Un’età in cui, oggi, tanti giovani ragazzi e tante giovani ragazze hanno già iniziato a praticare sport da tempo. Anche nel tennis, dove addirittura prima dei 10 anni molti bambini si rivolgono ad allenatori di accademia. Sinner, invece, ha passato i suoi primi anni in qualità di sciatore agonistico, praticando anche altri sport. Seguendo questo esempio, quindi, viene da chiedersi se sia giusto fare concentrare giovani atleti e atlete su una singola disciplina fin da subito.
Beh, secondo molti studiosi, sembra che specializzarsi precocemente possa aumentare il rischio di infortuni, ma anche ostacolare la creatività e la capacità di risolvere problemi da parte di chi è protagonista di una carriera sportiva anticipata. Secondo Neeru Jayanthi, medico specialista in medicina sportiva presso l’Università di Emory, negli ultimi 20 anni ha studiato lo sviluppo dei giovani atleti. Secondo lui, il modello migliore è il seguente: prima si forma l’atleta, e poi si aumentano i carichi di lavoro quando il corpo diventa più maturo e raggiunge una forma più adulta. Quindi, suggerisce di avere pazienza e non mettere fretta ai bambini di fare un solo sport, bensì divertirsi senza concentrarsi sull’impegno, la fatica e il duro lavoro. Proprio come ha fatto Sinner, che non è solo uno dei giocatori di tennis più forti al mondo ma anche un vero e proprio esempio sportivo e umano.






