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Lo schiaffo di Moser, parole durissime: “Devono pagare”

Moser è stato un grande campione in passato, e nonostante gli anni trascorsi è ancora molto apprezzato: cosa ha detto stavolta.

Quando parliamo di grandi campioni del passato, ci vengono in mente veramente tanti campioni che hanno realizzato imprese straordinarie, a partire dai tanti italiani che hanno reso grande lo sport che tutti noi apprezziamo a dir poco. Attenzione, però, perché in pochi possono essere messi in parallelo a Francesco Moser, fuoriclasse e leggenda del ciclismo italiano.

Moser ciclismo
Moser non usa emzzi termini questa volta (www.sportitalia.it – X The World of Cycling)

Anche se da tantissimi anni non è più un ciclista a livello professionistico, la passione per quello sport che ha tanto amare rimane ancora oggi intatta.

Questa volta, però, si è fatto notare per alcune dichiarazioni interessanti che riguardano il ciclismo e i suoi tanti fan in giro per l’Italia e per il mondo. Le sue parole possono anche apparire durissime, ma in verità comprensibili: scopriamo cosa ha detto nello specifico.

Moser alza la voce: cosa ha detto

Moser si è fatto sentire ai microfoni del Corriere della Sera, lui che ha vinto il Giro d’Italia nel 1984 e che ha il record italiano per vittorie su strada. Ciò di cui ha voluto parlare principalmente e su cui vogliamo concentrarci all’interno di questo articolo, riguarda il fatto che in Italia fondamentalmente non vi sarebbero squadre effettivamente importanti. Questo perché la nostra Nazione non riesce ad avere sponsor con cui allestire team da 30 o 40 milioni di euro.

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Francesco Moser, cosa farebbe per migliorare il movimento ciclistico italiano (www.sportitalia.it – X World of Cycling)

Ciò impedisce ai team italiani di raggiungere risultati veramente ambiziosi e straordinari. Ma come fare a cambiare le cose? Se Moser fosse Presidente dell’UCI (Unione Ciclista Internazionale), la prima cosa che farebbe sarebbe quella di “creare un ciclismo con spettatori paganti. Nel tennis vendono già i biglietti per i tornei del 2026, nel calcio tutti comprano le partite in TV. Nel ciclismo non c’è un sistema di spettacolo intorno alla gare. E così, mantenere squadre e corridori non è semplice. Ai miei tempi l’Italia era il top. Adesso gli italiani che vogliono correre le corse importanti vanno all’estero”.

Le dichiarazioni dell’ex corridore italiano sono molto chiare, e peraltro anche difficili da discutere. Forse il ciclismo italiano per crescere davvero avrebbe bisogno del coraggio di fare alcune scelte che magari lo renderebbero meno ‘libera tutti’, ma sicuramente allo stesso tempo ciò permetterebbe al movimento ciclistico italiano di risalire la china e regalarci altre grandi emozioni. Un po’ come accaduto in passato con Moser prima e Pantani in seguito.

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