Yousef, giovane calciatore palestinese, ha 21 anni e insegue il sogno della vita: giocare a pallone in Europa dopo aver trascorso tre anni terribili nel sud della Striscia di Gaza. Vive in una tendopoli insieme alla sua famiglia, e lancia un appello per trovare una squadra.
La vita nella Striscia di Gaza è stata davvero difficile. Yousef a fatica riceve i messaggi perché la connessione internet, nel punto in cui si trova lui, è davvero molto limitata. Vive in una tendopoli perché la sua casa è stata distrutta da un bombardamento. Ora sogna di giocare a calcio in Europa: ha 21 anni e aveva anche esordito nella Serie A palestinese, prima che il suo mondo e quello dei suoi conterranei fosse scosso dalla brutalità della guerra.

Yousef cerca squadra: si muove l’Italia
Yousef sui social è seguitissimo, ha oltre 11mila follower su Instagram. Nel commovente video in cui cerca squadra, video che ha fatto il giro del mondo, ha detto senza giri di parole: “Sono contento che si parli di me – ha ammesso -. Viviamo giornate difficili, io e i miei fratelli ogni mattina cerchiamo acqua e cibo per sopravvivere. Passiamo il pomeriggio a raccogliere ciò che troviamo tra le macerie per accendere il fuoco durante la notte”. L’appello di Yousef è stato accolto dalla città di Bacoli, in provincia di Napoli, e dal Sibilla.
Dopo un confronto con il sindaco Josi Della Ragione – spiega Luigi Illiano, presidente della squadra -, abbiamo deciso di offrire piena ospitalità al ragazzo. Vogliamo tesserarlo e offrirgli la possibilità di indossare la nostra maglia. Abbiamo già avviato i primi contatti con la Farnesina e il Ministero degli Esteri per aprire un corridoio umanitario. La situazione è complicata, ma ci auguriamo di poter raggiungere questo obiettivo attraverso il calcio e accogliere Yousef nel nostro gruppo”.
Le parole del presidente del Bacoli
Il presidente Iliano ha spiegato la situazione: “Abbiamo già predisposto un alloggio per lui e per tutta la sua famiglia. Come gli altri giocatori percepirà anche uno stipendio. Finalmente potrà dedicarsi soltanto al calcio”.
Il ragazzo si è commosso: “Non vedo l’ora di arrivare in Italia. Ringrazio la città e il Sibilla per quello che stanno facendo”. Yousef non ha perso la speranza. Lotta ogni giorno per sopravvivere e sogna di tornare a fare ciò che più ama: “Prima della guerra vivevo una vita normale. Mi allenavo, nel weekend andavo in campo. Tutto questo ci ha tolto il sorriso, non possiamo più giocare e divertirci. Era il nostro unico modo per essere felici”.






