Tutto ci si poteva immaginare, tranne che Sinner fosse oggetto di scherno. La rivelazione lascia senza parole e si porta dietro una verità agghiacciante.
Nel 2025 il tennis mondiale ha confermato una verità ormai consolidata: il futuro – e il presente – appartiene a Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. I due giovani fenomeni stanno monopolizzando il circuito, lasciando poco o nulla agli altri. L’altoatesino, nonostante i tre mesi di stop forzato per la squalifica concordata con la WADA, è riuscito a costruire una stagione straordinaria, culminata con la vittoria di due Slam e del torneo di Pechino. Sinner ha iniziato l’anno nel migliore dei modi, difendendo il titolo all’Australian Open, dove ha battuto Alexander Zverev in finale con la consueta freddezza e una qualità di gioco impressionante. Poi, dopo il rientro, ha raggiunto la finale al Roland Garros, vinta da Alcaraz, ma ha saputo reagire con la classe dei campioni, conquistando il titolo a Wimbledon contro lo stesso rivale spagnolo. In Asia, prima del ritiro a Shanghai per un problema fisico, ha trionfato a Pechino, aggiungendo un altro trofeo alla sua collezione.

Due Slam, un Masters 500 e una costanza di rendimento che farebbe invidia a chiunque: eppure, nel ranking, Sinner è attualmente al secondo posto dietro Alcaraz, che ha beneficiato di una stagione più completa e di una condizione fisica più stabile. Lo spagnolo ha vinto tre Slam negli ultimi dodici mesi, confermandosi una macchina da punti e un rivale quasi imbattibile nei grandi appuntamenti. Ma il dato più impressionante riguarda la continuità dei due: da oltre due anni, nessuno è riuscito a spezzare la loro egemonia nei tornei del Grande Slam. Otto titoli consecutivi divisi equamente tra loro, e una distanza abissale dagli inseguitori come Zverev, Medvedev e Rune. Un dominio talmente netto che, per molti avversari, è diventato motivo di frustrazione. In campo, ma anche fuori.
Michelsen ironico su Sinner e Alcaraz: “Quando qualcuno dice che può vincere, scoppiamo a ridere”
A raccontare il clima che si respira nello spogliatoio dei tornei ATP ci ha pensato lo statunitense Alex Michelsen, 21 anni, numero 34 al mondo, che in un’intervista al podcast Nothing Major ha svelato il livello di rassegnazione – o, più precisamente, di sudditanza – che regna tra i giocatori nei confronti di Sinner e Alcaraz.
Non c’è niente che noi poveri ragazzi possiamo fare al momento contro quei due – ha ammesso Michelsen – Quando qualcuno in spogliatoio dice ‘sì, posso vincere lo US Open’, tutti scoppiano semplicemente a ridere. Penso che nessuno ci creda più. Tranne Djokovic, forse. Ma non sta ringiovanendo. Parole che riassumono alla perfezione la sensazione diffusa tra i professionisti del circuito: contro i due dominatori del tennis contemporaneo si parte già battuti.

Sinner e Alcaraz non sono solo i più forti dal punto di vista tecnico, ma hanno anche instaurato una forma di dominio mentale, una certezza che li separa dal resto del gruppo. Il caso emblematico è lo stesso Michelsen, che lo scorso anno aveva affrontato Sinner agli US Open, uscendo sconfitto con onore ma senza mai riuscire a mettere davvero in difficoltà l’altoatesino. Oggi quella distanza è diventata quasi psicologica: i due sono il punto di riferimento assoluto, i simboli di una generazione che ha già archiviato l’era di Federer, Nadal e Djokovic. E se nello spogliatoio si ride quando qualcuno sogna in grande, è perché, realisticamente, finché ci saranno Sinner e Alcaraz, a vincere forse saranno sempre e solo loro.






