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Alcaraz escluso, Sinner può godere: è il numero 1

Nonostante il Six Kings Slam sia solo un torneo di esibizione, per Alcaraz è arrivata una delusione cocente. Sinner è il numero 1 ed è stato deciso pubblicamente.

Non c’è più alcun dubbio: Jannik Sinner è il volto nuovo del tennis mondiale. Al Six Kings Slam di Riad, il campione altoatesino ha confermato la sua superiorità travolgendo prima Stefanos Tsitsipas, poi Novak Djokovic, e conquistando così l’accesso alla finale contro Carlos Alcaraz, per l’ennesimo capitolo della rivalità più affascinante del tennis contemporaneo. Un percorso netto, impeccabile, che ha mostrato quanto la distanza tra lui e il resto del circuito si sia ormai fatta siderale. L’esordio contro Tsitsipas è stato poco più che un riscaldamento: due set lampo, un’ora di tennis scintillante e nessuna possibilità per il greco di entrare in partita. Sinner ha comandato ogni scambio, variando ritmo e profondità, imponendo un servizio devastante e una risposta che ha costretto l’avversario all’angolo sin dal primo game. Una vittoria pulita, senza esitazioni, preludio di ciò che sarebbe arrivato nella semifinale più attesa.

Jannik Sinner
Alcaraz escluso, Sinner può godere: è il numero 1 – Sportitalia.it (screen Youtube)

Contro Novak Djokovic, Sinner ha sfoderato un tennis di potenza e lucidità che ha lasciato il pubblico di Riad senza parole. Il punteggio, 6-4, 6-2, non rende pienamente l’idea del dominio espresso dall’azzurro, che ha letteralmente disarmato il serbo sul piano tecnico e mentale. Il 24enne di San Candido ha servito con l’83% di prime in campo, messo a segno 10 ace e concesso appena due palle break, entrambe cancellate con freddezza glaciale. Dall’altra parte, il numero uno serbo non ha trovato contromisure: la risposta di rovescio, un tempo la sua arma letale, è diventata una condanna, mentre la sua proverbiale solidità è stata sgretolata dalla pressione costante dell’italiano. Alla fine del match, un Djokovic stremato si è lasciato andare a un sorriso amaro: “Mi ha preso a calci nel sedere”, ha detto, con quella sincerità che solo chi ha vinto tutto può permettersi. La verità è che, al Six Kings Slam, Sinner non ha soltanto vinto: ha dimostrato di essere ormai l’uomo da battere, capace di imporsi anche quando la posta in gioco è simbolica ma il livello tecnico è da finale Slam.

Alcaraz deve farsene una ragine, Djokovic incorona Sinner: “È lui il mio erede”

Alla vigilia della semifinale, Novak Djokovic aveva parlato con rispetto e ammirazione di Jannik Sinner, ma le sue parole oggi assumono un significato ben più profondo. “Sinner, è chiaro. È magro come me, colpisce molto forte, fa tutto benissimo sul piano strategico e riesce sempre a essere ovunque. Mi ricorda me nei tempi migliori”. Un’investitura vera e propria – e poco conta il risultato della finale con Alcaraz – una dichiarazione che pesa come un trofeo. Sentirlo dire da uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi equivale a una consacrazione definitiva. Non è solo un complimento, ma il segno di un passaggio di consegne. Djokovic non ha mai elargito parole di elogio a caso, e se ha scelto di individuare in Sinner il suo successore significa che riconosce nel giovane italiano le doti che l’hanno reso un dominatore: disciplina, freddezza, mentalità vincente e capacità di rimanere concentrato anche nei momenti più complessi.

Carlos Alcaraz
Alcaraz deve farsene una ragine, Djokovic incorona Sinner: “È lui il mio erede” – Sportitalia.it (screen Youtube)

Per Carlos Alcaraz, che da due anni divide la scena con l’azzurro, quelle parole rappresentano un messaggio implicito e pesante. La rivalità tra i due è già leggenda, ma ora l’asse simbolico del tennis mondiale sembra pendere dalla parte di Sinner, il giocatore che ha saputo battere Djokovic cinque volte consecutive e che, a soli 24 anni, si è guadagnato il rispetto totale del “re” che ha dominato l’ultimo ventennio. A Riad, quindi, non si è vista solo una vittoria: si è vista una vera incoronazione. Novak Djokovic, il dominatore del passato, ha riconosciuto in Jannik Sinner il volto del futuro.

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