Per Alcaraz si mette male. La sconfitta contro Norrie non è solo un campanello d’allarme per il ranking, ma anche le Finals rischiano di essere comrpomesse.
Il filo che unisce Carlos Alcaraz e Jannik Sinner è ormai il cardine del tennis moderno. Due fenomeni di un’epoca che non ammette esitazioni, due volti diversi della stessa ambizione: dominare un circuito orfano dei giganti storici e riscrivere la gerarchia mondiale. L’ultimo capitolo della loro rivalità si è scritto a Parigi-Nanterre, nel Masters 1000 che ha regalato l’ennesimo colpo di scena di una stagione già segnata da sorpassi e contraccolpi. Alcaraz, grande favorito alla vigilia e numero uno del mondo, è inciampato all’esordio contro Cameron Norrie. Una sconfitta inaspettata, maturata in tre set (4-6, 6-3, 6-4), che ha riaperto la corsa alla vetta del ranking e, soprattutto, riacceso i riflettori su un difetto mai del tutto corretto: la difficoltà del murciano sulle superfici indoor. I 54 errori non forzati, le sensazioni smarrite e l’incapacità di trovare ritmo hanno dipinto un quadro insolito per uno come lui, abituato a dominare con personalità e intensità.

Lo stesso Alcaraz, al termine del match, ha ammesso: “Non avevo nessuna sensazione, ho commesso troppi errori e non sono riuscito a cambiare marcia”. Il cemento indoor continua a essere la sua kryptonite. L’assenza di vento, la pressione più stabile e un rimbalzo meno esplosivo appiattiscono i suoi colpi e tolgono efficacia al suo tennis istintivo, basato su variazioni e drop shot millimetrici. È un contrasto tecnico ma anche psicologico: mentre Sinner sembra a suo agio in ambienti chiusi, dove può esprimere al meglio il suo servizio e la meccanica pulita dei colpi, Alcaraz fatica a riprodurre la stessa brillantezza. A Parigi, come spesso accade in autunno, il suo talento si è inceppato proprio quando contava di più. E ora il vento, almeno quello metaforico, rischia di compromettere anche la Race.
La Race si accende: Sinner pronto al sorpasso, Alcaraz in bilico
La sconfitta di Alcaraz contro Norrie non è soltanto una delusione sportiva, ma un potenziale spartiacque nella corsa al numero uno della Race 2025. Con l’uscita prematura dal torneo, lo spagnolo rischia seriamente di essere superato da Jannik Sinner, che a Parigi ha la grande occasione di riscrivere la classifica e chiudere l’anno in testa. Un traguardo che sembrava irraggiungibile solo un mese fa, ma che ora, con il titolo in palio, diventa un obiettivo concreto. I conti sono semplici, perché se Sinner dovesse trionfare nella capitale francese, balzerebbe davanti al rivale spagnolo, anche se Alcaraz avrebbe poi la possibilità di riscattarsi alle ATP Finals di Torino. Ma la pressione, oggi, è tutta sulle spalle del murciano. Per mantenere il primato nella Race, infatti, dovrà conquistare almeno tre vittorie nel torneo dei maestri -un’impresa tutt’altro che scontata dopo il crollo mentale e tecnico di Parigi.

Il sorpasso di Sinner nella Race avrebbe un peso simbolico enorme. Non solo perché romperebbe il dominio spagnolo, ma anche perché segnerebbe il culmine di un percorso di crescita costante dell’altoatesino, capace di unire continuità e freddezza come pochi nel circuito. Sul cemento indoor, poi, Sinner parte con un vantaggio tecnico naturale: il suo servizio più incisivo, i colpi meccanici e la compostezza tattica si adattano meglio a superfici rapide e neutre, dove il controllo è più importante dell’improvvisazione. Per Alcaraz, invece, si apre un bivio: o ritrovare subito brillantezza e lucidità, oppure assistere da spettatore al sorpasso dell’avversario che più di tutti lo incalza. A Parigi ha perso una partita, ma forse anche qualcosa di più.






