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Tomori, lo spirito della vendetta. A Parma nel segno di Ibra. Grazie, presidente Scaroni

Umiltà e lavoro, sacrificio e voglia di rivalsa: il dizionario rossonero non conosce altri termini.

Forte di una vittoria, quella contro la Roma, psicologicamente fondamentale, ma che non può e non deve rappresentare altro che un punto di ripartenza. Al Milan a Parma, servirà la stessa mentalità: la lucidità di fare una partita da grande squadra, senza scendere in campo illudendosi di avere i tre punti in tasca per merito perché “siamo il Milan”.

Parma: occhio alla trappola

Quella del Tardini è il classico trappolone che il Milan ha storicamente sempre sofferto, con una sola eccezione: quando c’era Zlatan, con la sua sola presenza, eri già autorizzato a segnare “tre punti”, sia nella sua versione 2011,  che in quella 2022. Questione di testa, l’ultimo step che manca a questa squadra che però, intorno a “un altro Ibra” come Luka Modric, sta costruendo le basi per poterci provare.

Retroscena Tomori

In tal senso, mi fa piacere svelare un aneddoto ancora inedito. La scorsa settimana, dopo Bergamo, Fikayo Tomori era in condizioni veramente critiche: ginocchio gonfissimo, nonché un’edema molto esteso e doloroso. La maggior parte dei giocatori in circolazione, o magari lo stesso Tomori di qualche mese fa, avrebbero di certo alzato bandiera bianca in partenza, senza avere nemmeno torto, anzi giustificato dal quadro clinico: ma a Milanello il vento è cambiato.

E così Fik ha stretto i denti, ha lavorato duramente per mettersi a disposizione di Max Allegri per la Roma, riuscendo persino a entrare nel finale. Questione di testa, dicevamo: in chi, come Tomori, lo scorso anno c’era, è scattata la voglia di dimostrare di essere diversi, di prendere le distanze da se stessi e dalla scorsa disastrosa annata, di farsi perdonare e rimeritarsi la maglia del Milan. Ben vengano, persone così, ieri, oggi e domani, come sottolineato anche da Matteo Gabbia in mixed zone l’altra sera: “Complimenti al direttore Tare che ci ha portato dei grandi uomini oltre che dei grandi giocatori”. Una dichiarazione che non ha bisogno di altri commenti.

Vicenda San Siro

Chiusura sulla faccenda stadio: a Paolo Scaroni, comunque la si pensi sul tema San Siro, vanno fatti i complimenti per essere riuscito a scardinare con le unghie e con i denti un sistema imbattibile, quello del caos politico all’italiana. Un lungo lavoro di diplomazia, pazienza e determinazione va riconosciuto come un capolavoro del Presidente rossonero: ora tocca alla competenza di RedBird nel tema delle infrastrutture sportive, portare quel valore aggiunto indispensabile per dare al Milan e a Milano lo stadio più bello del Mondo.

La strada è lunga, ma è finalmente tracciata: i tifosi rossoneri auspicano che si torni a fare la storia sul campo, giustamente, ma il futuro passa anche – e sopratutto – da queste scelte strategiche, la cui importanza verrà capita solo nei prossimi anni.

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