Caso Plusvalenze, la decisione finale della Corte federale d’Appello

Dopo tre ore di camera di consiglio la Corte Federale d’Appello ha chiuso il processo sul caso Plusvalenze che coinvolgeva diverse società di Serie A

Tutti prosciolti. La Corte federale d’Appello della Federcalcio ha respinto le richieste della procura e ha confermato l’assoluzione di undici club e 59 dirigenti del calcio italiano coinvolti nell’indagine sul caso Plusvalenze.

Plusvalenze

L’indagine era iniziata diversi anni fa e aveva portato a una inchiesta e alla richiesta di condanna nei confronti di una serie di irregolarità procedurali e amministrative nella transazione di giocatori.

Plusvalenze, tutti prosciolti

Tra le squadre coinvolte, undici in tutto, c’erano anche Napoli, Sampdoria, Genoa e Juventus e 59 dirigenti di altissimo livello: tra questi Andrea Agnelli e Aurelio de Laurentiis. In primo grado la Corte aveva già prosciolto da tutte le accuse società e dirigenti coinvolti.

Il valore di un calciatore

Una posizione che è stata confermata anche al termine dell’udienza presieduta da Mario Luigi Torsello nonostante la durissima requisitoria finale del procuratore federale Giuseppe Chiné che aveva attaccato non solo la politica sportiva ed economica dei club e dei dirigenti coinvolti, ma anche la sentenza di primo grado, definendola “totalmente immotivato”. Alla requisitoria ha fatto seguito l’intervento dei difensori di club e dirigenti coinvolti. In tutto cinque ore di procedimento dibattimentale cui sono seguite tre ore di camera di consiglio. La procura federale sia in prima sede che in appello aveva chiesto squalifiche per i dirigenti e retrocessioni per tutti i club chiamati in causa.

Plusvalenze
La sede della Federcalcio

Un proscioglimento senza eccezioni che ricalca la sentenza di primo grado. Il tutto in attesa di verificare quelle che sono state le motivazioni della Corte d’Appello. Vale la pena ricordare che nella prima sentenza i giudici avevano stabilito che definire un metodo oggettivo di valutazione sul valore di mercato di un giocatore era di fatto impossibile. Tra le altre squadre coinvolte anche Parma, Pescara, Pisa, Novara, Chievo – nel frattempo fallito e precipitato tra i dilettanti – e Pro Vercelli.

 

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