Un mercato di figli di. I soldi arabi e americani stanno stravolgendo tutto. La Superlega avrebbe frenato queste follie. Frattesi non sei Modric

C’è una geopolitica che sta sconvolgendo il calcio. Potentati americani (mondiali 2026) e soprattutto arabi (mondiali 2030 o 34) sono diventati i nuovi padroni con un’escalation a suon di miliardi. Questo sta infatti diventando un mercato folle, qualcosa che non si era mai visto a simili livelli. Ci piacerebbe riaprire il discorso sulla Superlega. Il calcio forte, quello che conta (e che spende) oggi è caratterizzato da un nome, anzi da una sigla, apparentemente ridicola, quasi uno sfiato. Si chiama Pif (Public Investment Fund) ed è un fondo sovrano arabo. Possiede quattro club in Arabia Saudita, il Newcastle e ha partecipazioni anche nel Chelsea. Da questo voleva difendersi il resto del calcio con una Superlega presentata malissimo. Impossibile non accorgersi del clamoroso conflitto di interessi. Giocatori come Benzema vengono acquistati a cifre folli (200 milioni di ingaggio netti a stagione). Messi ha ricevuto un’offerta addirittura del doppio (400 milioni), ma ha rinunciato per volere della compagna, preferendo accasarsi a Miami (altra piazza folle). In ogni caso l’argentino ha sottoscritto un contrattino da 20 milioni per le sue prestazioni sui social. A patto di parlar bene dell’Arabia. Il calcio è ormai sommerso da questa ondata di petrodollari e non esiste alcuna possibilità di controllare un simile movimento. Alzi la mano chi non giudica esagerati gli 80 milioni per Tonali.

Ben vengano per il Milan che potrà impostare un mercato vantaggioso, ma sono lontanissimi i tempi in cui l’Italia era il campionato più affascinante (per i prossimi diritti, l’offerta non arriva nemmeno a 600 milioni). Però una differenza esiste: nessuno ha mai pensato di inserire il divieto, fra le postille contrattuali, di libertà di idee sui diritti umani o libertà di qualsiasi accenno critico verso il Paese in cui si andrà a giocare. Siamo sicuri che sia corretto abituarsi a tanto? Intanto, fra dispetti, colpi a sorpresa e piccole rivoluzioni, anche la campagna acquisti delle nostre squadre procede spedita con qualche giovane promessa o scoperte affidate all’algoritmo. Il figlio di Weah verso la Juve, il figlio di Thuram, a sorpresa, verso l’Inter mentre si pensava dovesse arrivare sull’altra sponda milanese. Ma le idee non sono chiarissime ovunque. Nonostante la tracotante e narcisistica presenza di de Laurentiis, il Napoli non si illumina di immenso. Anzi, le voci di un clamoroso passaggio di Osimhen al PSG si infittiscono con la clamorosa cifra che accompagnerebbe la trattativa: 180 milioni. Lo stesso valore di mercato di Mbappè. Il presidente del Napoli ha abituato tutti a ragionare sui fatti e se dovesse incassare una cifra simile sicuramente potrebbe chiudere in attivo la campagna acquisti rinforzando ulteriormente la squadra da mettere a disposizione di Garcia. Il tecnico francese ha un compito pazzesco: provare a vincere la Champions. È stato ingaggiato per le sue esperienze a livello internazionale e per la sua capacità di gestire grandi campioni. Del trio storico a strisce del nostro movimento calcistico, quella più in salute economica è il Milan. Pioli dovrà gestire tutto dopo la partenza di due capitani: Maldini e Tonali. Non sarà facile. Le prospettive per far bene in casa rossonera ci sono, ma è soprattutto il quadro delle partenze che determinerà la nuova conformazione. Solo dopo si potrà pensare ad una autentica rifondazione. Eppure, appena due anni fa il Milan vinceva uno scudetto. Il calcio non si ferma mai e soprattutto non permette a nessuno di guardare al passato. Sul fronte Inter si cercano miglioramenti in difesa a centrocampo e in attacco. Le partenza di Onana, Brozovic e Gosens potranno garantire un centinaio di milioni nelle casse nerazzurre. Anche qui un’ottima base di partenza pur tenendo conto di una situazione debitoria non certo rosea. Sia Milan che Inter, insieme alla Juve tentano l’assalto a Frattesi che si è adeguato benissimo alla follia del momento: poco gradevoli l’atteggiamento del procuratore e le parole di un giocatore ventitrenne che sottolinea di aspettare l’offerta migliore per cambiare squadra. Signori calma: parliamo di Frattesi, non di Modric. 

Paolo De Paola

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