Thuram a zero un affare. Frattesi e Chiesa caldissimi. Luka top, Paulo flop

Davide Frattesi ha scelto l’Inter, è il nome della famosa squadra preferita che (giustamente) il suo agente Riso non vuole svelare. Giustamente perché fino a quando non ci sarà la parola fine a questa vicenda è giusto mettere un piccolo freno a mano. Frattesi ha scelto l’Inter perché si è mossa prima, perché il progetto tecnico lo convince, perché giocare accanto a Barella lo intriga, eventuali e varie. Il Milan può sperare sempre che qualcosa non vada bene in casa Inter per inserirsi, ma la gerarchia è chiara. Il Milan era alle prese con altre faccende (la cessione di Tonali al Newcastle in primis), stava valutando diversi nomi adesso si concentra sul mercato in entrata. Frattesi, come Vicario in casa Empoli, sa che quella da poco conclusa sarà l’ultima stagione con il Sassuolo. Della serie: riconoscenza infinita, ma nessun rinvio con la gloria personale. Vicario ha tre anni in più e ha deciso di accettare la proposta del Tottenham, Davide non ha voglia di estero altrimenti avrebbe alimentato un’asta in zona Premier, bisogna capirlo. La Juve oggi è in terza fila. La Roma in quarta, oggi staccata. Le sorprese e i ribaltoni sono sempre dietro l’angolo, ma noi dobbiamo aggiornare live. 

Frattesi caldissimo esattamente come Federico Chiesa. L’agente del figlio d’arte (Ramadani) ha smentito qualsiasi richiesta da otto milioni per il rinnovo, gli crediamo. Ma siccome il contratto di Federico è in scadenza nel 2025, bisogna prendere una decisione abbastanza rapida. Newcastle e Liverpool hanno bussato, il Bayern ha solo sondato. Diciamo la verità: il rapporto tra Chiesa e Allegri è di convivenza dentro lo stesso tetto perché così occorre fare fino a quando ci sono fogli di carta firmati, ma la sopportazione tattica di Federico ha toccato il punto più basso, non si sente valorizzato come sarebbe giusto fare. Diciamone un’altra di verità, assolutamente personale: cedere Chiesa non sarebbe una mossa tale da sollevare gli umori – già depressi – dello sterminato popolo juventino. Noi su Federico punteremmo sempre. 

Qui non si tratta di perdere le volate di mercato, può succedere, ma di non restare sempre parcheggiato. Quando fai un lungo viaggio, puoi fermarti all’autogrill per venti minuti ma se stai ancora lì dopo due ore c’è qualcosa che non funziona. 

Il Milan per Thuram si è illuso che l’uscita di scena del Paris Saint-Germain fosse l’anticamera dalla svolta. Moncada ha atteso una telefonata come se fosse scritto nel libro del destino. Sai quando trascorrono le ore, ti danno un appuntamento per le 17 e a mezzanotte tu pensi che sia un semplice ritardo? In quelle ore Marcus Thuram stava flirtando con Marotta e Ausilio, gli ha detto sì senza troppi giri di parole. Probabilmente ha fatto valutazioni tattiche, ha pensato al flirt con Lautaro Martinez, alla possibilità di trovare anche Lukaku. Forse anche al fatto che il destino aveva deciso così, due anni fa l’Inter lo stava trattando e mancavano due anni alla scadenza del contratto. Il Borussia Monchengladbach faceva resistenza, poi l’infortunio e la necessità di andare su Correa. L’Inter ha fatto in poche ore quanto il Milan non ha fatto in diverse settimane, non è una critica ma una constatazione. E adesso non si può dire che, siccome non l’ho preso io piuttosto è andato da lui, stiamo parlando di un attaccante non all’altezza. Thuram a parametro zero è un ottimo colpo eccome se lo è. L’Inter ha aggiunto uno specialista senza spendere per il cartellino, in un reparto abbastanza sguarnito per l’addio a Dzeko e considerati i punti di domanda – per un motivo o per un altro – relativi a Lukaku con contorno di Correa. Al Milan può succedere di perdere una volata di mercato, ci mancherebbe, spesso accade anche ai club più ricchi. Il discorso è un altro: nei giorni della cessione inevitabile di Tonali ci vengono in mente gli addi di Maldini e Massara. Non perché loro fossero indispensabili, nessuno è indispensabile. Ma più semplicemente perché quel big, prima felice, potrebbe essere depresso. Il punto è che  per passare da una filosofia a un’altra, con nuovi responsabili totalmente al comando delle operazioni, il rischio ritardo è inevitabile. E anche quello di non lunga sosta all’autogrill. Loftus-Cheek è una prima risposta, presto ne arriveranno altre. 

Adesso permetteteci una doppia, brevissima, riflessione. C’è posta per Luka Modric e Paulo Sousa, ma il contenuto è diverso: al centrocampista abbiamo mandato idealmente una prioritaria, vorremmo che leggesse subito; l’allenatore della Salernitana potrebbe ricevere anche tra 15 giorni, non c’è fretta, ormai il danno è stato fatto. Traduzione: Modric avrebbe potuto fare come molti suoi colleghi ingolositi dai soldi e scegliere l’Arabia Saudita o gli Emirati per mandare in orbita il suo conto in banca già gonfio. Invece, aveva una sola priorità: rinnovare con il Real per un’altra stagione. E ha mantenuto senza farsi cogliere in tentazione, ulteriore conferma che stiamo parlando di un campione che mantiene coerenza fuori dal campo. Non sarebbe stata una caduta di stile andare dall’altro parte del mondo calcistico, a patto di non spiegarla come una grande opportunità tecnica perché nessuno ci avrebbe creduto. Bravo Luka, top. Il flop è di Paulo (Sousa) che resta a Salerno semplicemente perché c’è un contratto da rispettare. Ma la “fuitina” e relativa cena con Aurelio De Laurentiis non sono stati certo un segnale garbato verso una tifoseria, quella di Salerno, che l’aveva sempre messo in cima a qualsiasi pensiero. La sensazione è che Sousa resti semplicemente perché non ha trovato altro, non proprio una bella storia. Bisogna che il signor Paulo memorizzi una cosa: Salerno gli è riconoscente perché ha fatto un ottimo lavoro, tirando fuori la squadra da complicate situazioni di classifica. Ma dovrebbe essere riconoscente anche lui al club, non fosse altro perché prima di Salerno aveva collezionato un’irripetibile serie di incompiute. Gentile signor Sousa, la prossima volta facciamo tutto alla luce del sole per una questione di buon senso e di buon gusto. 

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