ESCLUSIVA SI CT Ungheria: “Kerkez corsa e cross: gli consiglio la Lazio”

Idea Kerkez per la Lazio: il talento classe 2003 in forza all’Az Alkmaar è appetito da molte squadre e, dopo essere stato accostato a lungo al Benfica, sembra essere stato messo nel mirino dai biancocelesti, decisi a rinforzare la fascia sinistra.

Dopo Sallai dunque – dato dai rumors come vicino all’approdo in Serie A già dallo scorso inverno -, un altro prospetto ungherese viene affiancato al club di Lotito. Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto un allenatore che conosce bene entrambi i talenti, il commissario tecnico della nazionale ungherese Marco Rossi, il quale ha mandato un messaggio anche ad altri giocatori loro connazionali che già militano nel Belpaese, in vista della prossima stagione, come Balogh del Parma ed Horvath del Torino.

Mister, quanto sente di aver ricevuto dall’Ungheria e quanto invece di aver dato lei al movimento calcistico locale?

“Penso di aver ricevuto molto più di quanto io abbia potuto dare a questo Paese. Non dimentico infatti la mia situazione personale ed emotiva che vivevo nel momento in cui sono arrivato qui ed a posteriori non posso fare altro che apprezzare moltissimo come sono stato accolto. Sarò eternamente grato prima all'Honved, che mi ha dato la possibilità di lavorare, e poi all'Ungheria e dal Presidente Federale  Sándor Csányi, che mi ha manifestato fin dall'inizio una grande fiducia ed un grande rispetto”.

Ha contribuito però alla crescita di molti talenti, come Kerkez, accostato oggi alla Lazio. Ci parla di lui?

“Ha qualità eccezionali: è rapido, veloce, resistentissimo ed aggressivo. Può correre un numero enorme di chilometri ogni partita ad altissima intensità. Se avesse la possibilità di giocare in Italia e nello specifico nella Lazio credo che potrebbe anche migliorare tantissimo lui”.

Dove ha bisogno di migliorare, a suo parere?

“Nella gestione delle energie e nella fase difensiva che se vogliamo è un aspetto sul quale può perfezionarsi. Mentre è già molto forte sulla fase di spinta, sull’ aggressività e la corsa. Poi ha un bel piede sinistro, educato, con cui mette dei cross invitanti ogni partita”. 

Come lo vedrebbe nel gioco di Sarri alla Lazio?

“Credo che potrebbe integrarsi molto bene. Lui ha una grande personalità, non è intimorito da nulla. Avrebbe la sfrontatezza giusta per affrontare un campionato come quello italiano che credo che sia uno dei migliori del mondo, a mio parere il secondo. Potrebbe quindi avere un impatto positivo considerando poi che è anche molto giovane. Sarebbe molto bello per lui approdare finalmente in una top league come quella italiana”.

Insomma, se la chiamasse gli consiglierebbe di andarci, in Italia?

“Assolutamente sì: credo che insieme a quello inglese, la Serie A sia il campionato più probante e di alto livello. Oltre che a poter far bene sarebbe una occasione di crescita per lui”.

Sallai è stato accostato a lungo alla Serie A negli scorsi mesi. Come lo vedrebbe in Italia?

“Sì, me ne parlò lui stesso prima della pausa invernale della possibilità che aveva di andare in Italia. Ha qualità fisiche e tecniche non comuni e credo che chi dovesse puntare su di lui verrebbe ripagato. Penso che al Friburgo non abbia dimostrato tutto il suo valore e lì ha un rapporto conflittuale con il tecnico. Da noi invece ha sempre fatto bene: secondo me  ha bisogno di fiducia e di sentirsi importante, solo questo”.

Che speranze ha per la crescita di Horvath del Torino?

“Nel passaggio al Debrecen cercava spazio ed ha avuto alti e bassi. Andando a gennaio al Kecskemet credo che abbia assimilato quel quid di fantasia che gli mancava e continuità nelle prestazioni. Per la sua crescita penso che possa essere importante capire che non deve fare per forza la giocata della vita ad ogni pallone che riceve, ma ogni tanto può fare anche scelte più logiche: è un prospetto di sicuro talento ed avvenire”.

Quanto terrà in considerazione Balogh per il futuro della Nazionale ungherese?

"Balogh è un giocatore promettente, purtroppo però al Parma è ormai di più il tempo in cui non gioca rispetto a quello in cui scende in campo. Diventa difficile per me inserirlo in contesti già rodati e collaudati. Io credo che sarà sicuramente importante per il futuro della Nazionale, ma è arrivato il momento anche per lui di tirare fuori la personalità: visto che è ormai da tempo al Parma, o trova spazio oppure per avere minuti anche con noi dovrebbe andare a giocare da un’altra parte dove glielo diano”.

Un altro ungherese al quale non manca la personalità è Szoboszlai: approdato al Liverpool, ha scelto il numero 8, che fu di Gerrard.

“Già dalla giovane età si vedeva che avrebbe avuto una carriera importante. A soli 22 anni ha conquistato la fascia di capitano della Nazionale ed ora approda in un campionato come la Premier. Quando si è trasferito dal Salisburgo a Lipsia ha avuto dei problemi fisici che sembrano ora totalmente superati. Lui ha una grandissima determinazione che unitamente al suo innato talento lo stanno portando in alto. Il talento gli è stato donato alla nascita, ma lui lavora tantissimo ogni giorno per migliorarsi. E la personalità, beh di certo non gli manca”.

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