ESCLUSIVA SI Weah, lo scopritore: “Timo è un guerriero nato, sulla Juve…”

Esattamente una settimana fa, la Juventus ha ufficializzato l’ingaggio dal Lille di Timothy Weah, ala classe 2000 nonché figlio del leggendario George. Il giocatore statunitense ha firmato con il club di Via Druento fino al 2028.

Vi è grande curiosità sul nuovo giocatore bianconero, che in passato ha militato tra le fila del PSG. Così Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Tommy Flood, uno dei primissimi allenatori di Timothy (nella foto di copertina il primo bambino in alto da sinistra) ai tempi del BW Gottschee Soccer, una scuola calcio di New York e situata a pochi passi dal distretto di Ridgewood, non lontano da Brooklyn. 

Per cominciare, che realtà è il BW Gottschee Soccer? 

"Parliamo di una scuola calcio fondata nel 1951 da immigrati austriaci che si erano stabiliti a Queens, uno dei distretti di New York. Nel tempo è diventata una delle accademie di maggior successo del territorio, è uno dei cuori pulsanti del calcio giovanile della metropoli: riunisce bambini di tutte le origini etniche e provenienti da tutti i distretti di New York e anche da Long Island". 

Uno dei bambini passato in questa accademia è Timothy Weah, che lei conosce molto bene. Giusto? 

"Sì, fu sua madre Clar a portarlo da noi quando Timo, noi lo chiamiamo tutti così, aveva sette anni. Sia Clar che il padre George sono stati degli ottimi genitori e hanno aiutato tanti Timo a diventare l’ottima persona che è diventato. Era già molto bravo, e infatti, pur essendo un classe 2000, si allenava già con i bambini del 1998 sotto la guida di Paul Mcglynn. Poi l’ho allenato io con quelli nati nel 1999. Entrambe le squadre proponevano un calcio creativo". 

Quali erano le sue migliori qualità? 

"La cosa che mi colpiva di più era la sua intelligenza tattica: con la palla aveva una incredibile capacità decisionale, cosa che in allenamento lo rendeva in grado di far migliorare i suoi compagni di squadra. Inoltre già all’epoca era un grande finalizzatore, credo che questa qualità ce l’abbia nel sangue (ride, ndr). Dal nulla era in grado di creare qualcosa, anche se aveva attorno tanti avversari trovava sempre un modo per tirare in porta o per fornire un assist se in posizione defilata. Quest’ultima cosa la fa anche adesso nella Nazionale degli USA ed è quello che dovrebbe fare alla Juventus". 

Un momento indimenticabile con Weah? 

"Dico quando gli diedi la fascia di capitano, ruolo che non riveste sempre l’attaccante col numero 9. Ma pensai che per Timo fosse importante assumere un ruolo di leader della squadra, e infatti prese la cosa con grande serietà e professionalità mostrando un carattere forte e una grande disciplina. Fu uno dei protagonisti di una delle nostre migliori annate.

Così come ricordo, quando aveva undici anni, un suo gol su punizione da 35 metri in occasione del torneo Manhattan Soccer Club Spring Tournament: quando vidi la palla entrare, rimasi letteralmente a bocca aperta, la mascella mi stava per cadere a terra (ride, ndr). 

Poi nella sua carriera ci sono stati diversi momenti indimenticabili. Quello che per me spicca è il gol con gli USA Under 17, quando fece quel grande gesto tecnico del taglio in area e la successiva conclusione angolata e imparabile". 

Dopo le prime esperienze nella Grande Mela, il salto al PSG. Dove però non è mai riuscito ad affermarsi. Come mai secondo lei? 

"Credo che sia stata una esperienza comunque straordinaria per lui. Solo far parte della prima squadra del PSG ed allenarsi con campioni come Mbappé, Verratti, Neymar e Di Maria è un qualcosa che riesce a pochissimi giovani professionisti". 

Mentre il presente si chiama e si chiamerà Juventus. 

"Sono emozionatissimo per questo suo nuovo percorso alla Juventus e non vedo l’ora di vederlo in azione con questa nuova maglia. Timo è perfetto per il sistema di gioco dei bianconeri: essendo un guerriero nato, ha sempre fame di successo. Darà tutto e lavorerà sodo per il club e i tifosi. Sono entusiasta di vederlo in Serie A, proprio come fece suo padre diversi anni fa. Aggiungo che poi è in grado di agire anche come esterno in quel centrocampo a cinque fornendo cross e assist agli attaccanti". 

livello mediatico, invece, che impatto avrà a New York questa operazione? 

"Quando parliamo di Juventus, chiaramente ci riferiamo a un club con una grande tradizione e in assoluto uno dei migliori in tutta Europa. Di certo Timo attirerà la gente degli States a seguire i bianconeri. Io ad esempio in questa stagione tiferò per la Juve".

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