Solo Inzaghi sta tenendo su l’Inter: i troppi errori. Cosa aspetta la Juve. La concessione di DeLa, la paura di Mou

La questione è molto semplice sull’Inter, in verità l’abbiamo scritta a più riprese in tutte le salse e uno non la ripete ogni settimana solo perché non è che si possa scrivere sempre la stessa cosa. E’ un po’ come il gioco di Allegri alla Juventus negli ultimi due anni: ha fatto costantemente schifo, ma non è che glielo ripeti per menargliela ogni settimana povero diavolo pure lui, al massimo solo in occasione delle grandi partite. All’Inter il futuro è sotto sequestro: finché le azioni non saranno riscattate dal fondo e poi messe in palio al miglior offerente, si continuerà a vivere alla giornata, o meglio alla stagione, sperando che i risultati ti portino soldi – che peraltro non puoi spendere. Nel frattempo devi pregare che la dirigenza faccia il suo, come fatto bene l’anno scorso, e che l’allenatore vada anche oltre i limiti, come fatto straordinariamente da Simone Inzaghi.

Poi però succede che quest’estate l’Inter si sia fatta fare fessa da Lukaku e dalla trama ordita velenosamente da Allegri (la cosa migliore fatta in questi due anni alla Juve), e da lì il mercato in verità in ascesa fino ai primi di luglio si sia trasformato in un piano inclinato.

Ora: Lukaku sarà inaffidabile, Scamacca poco ambizioso, il papà di Samardzic avido, quello che volete, ma non è possibile che l’Inter sia sempre vittima. E’ evidente che nelle trattative sono stati fatti degli errori: un margine di sbaglio che già questa Inter non può permettersi, ma che soprattutto un club come l’Inter a prescindere non potrebbe concedere neanche in condizioni normali.

Sufficienza? Sopravvalutazione? Sta di fatto che se puoi concederti il beneficio della sorpresa con Lukaku – e già lì… – sicuramente non potevi farti infinocchiare su Scamacca. E su Samardzic, beh comunque vada già solo che sia successo è imbarazzante.

In tutto questo il collante vero dell’Inter è Simone Inzaghi: con quello che ha ottenuto, con le condizioni contestuali, un qualsiasi altro allenatore si sarebbe concesso in pubblico da una lamentela a un’incazzatura. Lui non ha fatto un plissé. E non per bonomia caratteriale come lo avevano accusato nella passata stagione. Ma perché il suo interrogativo è: cosa è bene per l’Inter? E in questo momento aggiungere benzina sul fuoco in pubblico andrebbe solo a detrimento della squadra. Poi tra le stanze di Viale della Liberazione è un altro discorso.

Va sempre ricordato che questa situazione all’Inter la causa anche la Juventus con il piano Lukaku: che però ancora non va in porto. Ora sembrerebbe assurdo pensare che dopo il cinema messo su, Lukaku rimanga al Chelsea da separato in casa e la Juve si tenga un Vlahovic già bruciato. Il Chelsea ha offerto 20 milioni di conguaglio, la Juve ne richiede follemente 40. Io continuo a pensare che più passano i giorni più si dovrà trovare un punto di caduta, magari su 25 milioni e 5 di bonus, ma tanto Blues quanto bianconeri hanno l’obbligo di uscirne bene.

Qualcosa bisogna concedere. Come qualcosa ha dovuto concedere De Laurentiis a Osimhen. Ha parlato di affare da 180 milioni, poi addirittura da 200 milioni, ma lui stesso sta per riconoscere che fossero cifre irreali. Come sta per farlo? Concedendo una clausola più bassa, che automaticamente scredita la valutazione precedente di De Laurentiis. L’offerta araba ha costretto a ritoccare l’offerta dell’ingaggio, ma il punto nodale con Calenda è sempre stata la cifra della clausola. Gli agenti volevano 110, De Laurentiis chiedeva 200, ma dovrà piegarsi probabilmente a 140 – in verità più che generosa per il valore di Osimhen…

Nel frattempo Mourinho ha paura: -7 all’inizio del campionato e non ha ancora lo straccio di un centravanti titolare. Roma bruciata su tutte le trattative, e forse sarà costretta a ripiegare su Zapata in prestito, che magari Mou rivitalizzerà ma intanto negli ultimi due anni ha fatto solo mezzo anno all’altezza a causa di problemi fisici ormai sempre incombenti. Stranamente anche Mourinho finora è stato molto calmo, ma sembra più una bomba a orologeria: che potrebbe esplodere il giorno dopo la fine del mercato, o semplicemente sfiatare in un serafico “Che sia chiaro che siamo da settimo posto”…

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