Da pochi giorni, Junior Walter Messias è un nuovo giocatore del Genoa, che lo ha ufficializzato lo scorso venerdì sera assieme a Koni De Winter in occasione della partita di Coppa Italia contro il Modena, finita 4-3 per la squadra di Gilardino.
Il centrocampista brasiliano, 32 anni, riparte quindi dal Grifone dopo un importante biennio con la maglia del Milan.
Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Tommaso Pozzato, una delle persone a capo di Balon Mundial, torneo amatoriale di Torino al quale prendono parte le diverse comunità di migranti, e dove Messias si era messo in luce prima del grande salto tra i professionisti.
Non sono stati sempre univoci i racconti sul passato di Messias. Lei come lo ha conosciuto?
"Sono il presidente di Balon Mundial, una associazione di Torino che organizza tornei di calcio per le comunità di migranti.
Junior (Messias, ndr) fece il suo esordio a questo torneo nel 2011. Giocò ovviamente con i brasiliani, ma già alla prima partita contro il Camerun tirò fuori dei numeri incredibili: dribblò quattro giocatori e segnò con un tiro da fuori che si stampò sotto l'incrocio.
Rimanemmo tutti stupiti meno di un anno capimmo che avevamo un giocatore di un altro livello. Il tutto nonostante Junior non era venuto in Italia per fare il calciatore: suo fratello era già Torino, fu lui a dirgli di venire in Italia per cercare lavoro.
Tuttavia, per un po' di tempo Junior non poteva legarsi a squadre iscritte alla FIGC in quanto non aveva ancora i documenti in regola. Gli era difficile anche fare solo un provino. E quindi rimase da noi al Balon Mundial, realtà a cui comunque hanno preso parte anche altri calciatori importanti come Mbaye Diagne ed Emmanuel Gyasi. Quest'ultimo una volta sfidò proprio Messias in un Ghana-Brasile. Per tanti atleti siamo stati una vetrina e una rampa di lancio importante".
Quale fu quindi la svolta?
"Noi conoscevamo e conosciamo tuttora, in quanto ci seguiva sempre essendo un grande appassionato di calcio, un imprenditore peruviano la cui azienda è qui a Torino. Anche lui rimase stupito dalle qualità di Junior, che nel frattempo stava pensando di lasciare il calcio giocato. Gli disse quindi: "Torna intanto in Brasile, e io ti faccio avere la lettera di invito per assumerti nella mia azienda. Così sistemiamo tutta la parte burocratica".
Rimase a giocare ancora un po' con noi, e una volta venne a vederlo Ezio Rossi, che rimase colpito da Junior e lo portò con sé al Casale, in quell'anno impegnato in Eccellenza. È Rossi il suo vero scopritore. Il resto poi è storia nota".
Poi nell'estate 2021 il grande approdo al Milan.
"Una grandissima gioia per tutta la grande comunità di Balon Mundial. Io poi sono anche tifoso milanista, quindi puoi immaginare. Quel suo gol all'Atletico fu troppo emozionante".
Cosa pensa di questo suo biennio rossonero?
"Ha sempre dato tutto sé stesso. Ha avuto un momento di difficoltà in quella partita in cui gli annullarono quel gol regolare contro lo Spezia: mentalmente poteva essere la sua affermazione totale. Ma non si è mai demoralizzato e ha reso bene. Non era facile per lui perché quando arrivi dagli amatori hai sempre addosso un minimo di pregiudizio".
Ora invece il presente si chiama Genoa.
"È una bellissima piazza e Junior può fare la differenza. È in grado di dare quella vivacità e quella imprevedibilità in zona offensiva. Sarebbe la stella e il numero 10 del Genoa".
Per concludere, chiedo a lei che conosce Messias molto bene: è vero che poteva andare al Torino?
"Questo non lo so perché con lui non parlo mai di mercato. Di certo è un peccato perché se fosse tornato qui a Torino, avremmo immediatamente aperto un Fan club dedicato a lui, oltre ad andare sempre a vederlo allo stadio".