La lunga volata fino a Juventus-Inter è anche l’occasione per la davvero originale discussione che contrappone il calcio alla Simone Inzaghi contro quello stile Allegri. L’allenatore juventino è ormai un vecchio frequentatore della polemica, mentre Simone Inzaghi ha raccolto il testimone portato precedentemente da altri, il più recente e famoso rappresentante Maurizio Sarri. Stavolta forse la testimonianza più clamorosa è rappresentata da quanto sia evidente l’antitesi tra i due tipi e quanto spicchi in Serie A.
Perché non c’è dubbio alcuno che al momento il calcio dell’Inter sia il migliore in Italia, non solo tra le grandi ma tout court, il che non è sempre comune perché di solito c’è stata un’Atalanta o una Fiorentina lì a contendere il ‘premio della critica’ alla big che gioca meglio. Stavolta no, sul piano della proposta offensiva l’Inter dà una categoria e mezzo di vantaggio a tutte le altre.
E però non c’è altrettanto dubbio alcuno che la Juventus sia davvero la più brutta da vedere. Ovvio, ci sono piccole che giocano peggio. Ed è altrettanto vero che mai come quest’anno le big abbiano lacune diffuse, e nessuna tranne l’Inter davvero si possa dire che giochi bene, compreso il Milan che dopo l’avvio sparato ha poi avuto solo un paio di fiammate dopo l’umiliazione del derby.
Ma la Juve spinge fino al parossismo l’idea di anticalcio: non sempre eh – contro Verona e Lazio ad esempio ha largheggiato – ma è davvero abbacinante come la non proposta di gioco sia davvero il tratto distintivo. Chiedete a qualsiasi juventino senza paraocchi, e tutti vi diranno come sia davvero un supplizio guardare una gara della Juventus per 90 minuti.
Eppure, c’è una differenza con le altre: la Juve lo fa perché è questo quello che vuole, è questo il piano dell’allenatore. Ovvero vincere rischiando nulla o il meno possibile. Può non piacere, altroché se non può. Ma non è che i bianconeri giochino così perché non riescano a fare meglio, ma perché è proprio quello che vogliono.
E allora, nel momento in cui i risultati effettivamente arrivino, che cosa vuoi criticare?
Lo zenit e il nadir del calcio dopo circa un terzo di campionato portano allo stesso punto in classifica: solo 2 punti di distacco nonostante siano diametralmente opposti.
Non c’è giusto o sbagliato, o che lo meriti più uno o l’altro. Davvero merita chi vince e punto, al di là dell’ovvio gusto personale.
L’unica cosa che non ha senso è la baggianata che il trovarsi lassù per la Juve sia un mezzo miracolo: Allegri ha un organico competitivo per lo scudetto, non il migliore certo, ma all’altezza per giocarselo sicuramente. Così come l’Inter ha una rosa completa, ma non così nettamente migliore da far ritenere automatico l’essere primi. Ricordatevi il giudizio sull’Inter a fine mercato, quando si parlava di mezzo fallimento per aver perso Lukaku, Dzeko, Brozovic, Skriniar e Onana, e non averli rimpiazzati adeguatamente, soprattutto un attacco.
Così come la Juventus, che certo si è impoverita in difesa, tuttavia è ricchissima di opzioni dalla cintola in su, e su tutti basti l’esempio di Milik, un primo rincalzo d’attacco che né l’Inter né il Milan hanno a disposizione.
Ognuno è libero di scegliersi la maniera che preferisce per arrivare alla vittoria, e gli allenatori sono altrettanto liberi di mettere la mani avanti non raccontando la verità. Ma che i giornalisti gli vadano appresso mettendosi il prosciutto sugli occhi, quello no…