Il racconto raccapricciante del terribile infortunio che ha cambiato la stagione dell’atleta italiano: l’anno è già finito
Un rumore, una sorta di sparo, il dolore sempre più forte e la mente che va ai racconti di chi c’è già passato: ha capito subito tutto, ha capito la gravità di quel che gli era successo e che prima di ritornare a gareggiare sarebbe servito molto tempo.

È Claudio Stecchi, saltatore italiano, a raccontare il suo calvario, il lungo viaggio che lo porterà nuovamente in pedana. L’atleta torna con la mente al 16 febbraio, quando sulla pedana di Torun, tappa del World Indoor Tour, la sua carriera ha subito uno stop imprevisto: ha provato a saltare la misura di 5.50, ne è uscito con la rottura del tendine d’Achille sinistro. Un infortunio complicato da superare, che richiede molto tempo e tanta pazienza.
Lo spiega nel corso di un’intervista a ‘Oasport’ in cui racconta i suoi sentimenti e quel che saranno le tappe di un processo di riabilitazione che si concluderà purtroppo soltanto alla fine della stagione, costringendolo a saltare i Mondiali di Tokyo: “La rottura del crociato e del tendine d’Achille sono i peggiori infortuni per uno sportivo – ha affermato Stecchi –, a me è successo in gara. La riabilitazione sarà un processo lungo“.
Stecchi e il terribile infortunio:”Uno shock”
Claudio Stecchi ripercorre i giorni immediatamente dopo l’infortunio, quando ha avuto la conferma che i suoi sospetti erano esatti.

Il saltatore spiega che lo shock subito è stato importante ed è da far risalire a diversi fattori: “È accaduto in gara, se fosse successo in allenamento l’avrei gestita meglio. Non era aspettato -aggiunge – perché non avevo fastidi al tendine d’Achille“. Poi c’è anche dell’altro: “l’ambulanza e il pronto soccorso, il prendere l’aereo con la sedia a rotelle“. Tutta una serie di fattori che uniti hanno rappresentato un trauma per Stecchi che ora cerca di guardare avanti.
Difficile però non ripensare ai Mondiali mancati: “Erano un grande obiettivo, avevo già la sicurezza della qualificazione, c’era margine per migliorarsi. Mi sentivo bene, avevo cominciato bene, tutto stava andando bene, avevamo il coltello dalla parte del manico“. Le cose sono andate però in maniera diversa da quanto immaginato e sperato, ma Stecchi non ha intenzione di arrendersi: “C’è la volontà di tornare” dice, non indicando però una tempistica possibile. La ricetta però la sa bene ed ha come ingredienti principali tempo e pazienza.