Il caso Clostebol ha instaurato un clima di terrore nel tennis: non si è presentato a un controllo doping, ecco tutti i dettagli
Il caso Clostebol che ha travolto Sinner ha messo ulteriormente in evidenza come il problema del doping non venga affrontato con la serietà che meriterebbe. Il doping è, per l’appunto, una cosa seria, anzi serissima che purtroppo WADA e soci ‘gestiscono’ con scarsa chiarezza e con protocolli fin troppo severi per gli atleti. Basta davvero un niente, come accaduto con l’altoatesino, per finire nei guai e mettere a rischio un’intera carriera.

Il caso Sinner, così come quello Swiatek, hanno davvero generato un clima di terrore all’interno del mondo del tennis, come manifestato dalle parole di Ben Shelton dopo la sofferta vittoria contro Navone nel match d’esordio all’Atp 1000 di Madrid.
“È una situazione davvero difficile da gestire – ha confessato lo statunitense numero 13 al mondo – Abbiamo sempre avuto la pressione di comunicare in tutti i momenti dove eravamo in una certa ora, però adesso questa pressione è cresciuta a dismisura”.
Si è arrivato al punto che i tennisti devono essere a disposizione ogni santo giorno per un eventuale controllo: “Ho una sveglia sul cellulare alle 15 tutti i giorni dell’anno per ricordarmi di controllare se ho aggiornato la mia posizione all’orario stabilito per il possibile controllo antidoping”, ha svelato uno Shelton apparso visibilmente stressato.
Ben Shelton’s record on clay in Europe 🎾
2023: 2-7
2024: 4-4
2025: 5-2 (so far)#MMOpen pic.twitter.com/hlYnZLDr3r— Tennis TV (@TennisTV) April 25, 2025
Shelton e il terrore del doping: “Folle e stressante. Mi beccherei due anni di sospensione se…”
Nel caso un risultasse irreperibile per il test, il tennista andrebbe incontro a una squalifica pesantissima: “Se venissero e io non ci fossi riceverei una sanzione – ha raccontato Shelton, come riportato dal ‘Corriere dello Sport’ – se ne accumulassi tre mi beccherei due anni di sospensione. Mi è capitato una volta di non essermi presentato a un controllo, in quei casi abbiamo un’ora per raggiungerli ed evitare la sanzione. Fu molto stressante, però fortunatamente arrivai in tempo”.

Per evitare l’irreparabile, i tennisti devono aver mille occhi e stare attenti davvero a tutto. Come visto con Sinner, è bastata una contaminazione del tutto accidentale per farlo risultare positivo. E senza il concordato con la WADA, accettata per sfinimento e per evitare il TAS di Losanna, il numero uno al mondo avrebbe rischiato una squalifica di almeno un anno.
“Se qualcuno mi stringe la mano o mi tocca la spalla per salutarmi – evidenzia Shelton a proposito del clima di terrore di cui vi parlavamo – mi viene subito il dubbio che potrebbe aver usato una crema che potrebbe entrare nel mio metabolismo e farmi risultare positivo. Sarebbe impossibile dimostrarlo, per questo siamo molto attenti ai nostri contatti. Succede lo stesso con cibo e bevande: dobbiamo essere certi che non abbiano contaminazioni. È tutto folle e stressante“.