Non è il caso di farsi prendere dall’entusiasmo per un 5-0 all’Estonia. Ma non è nemmeno il caso di sottovalutare quello che è successo. Perché è sempre bene ricordare che l’Italia storicamente non è una nazionale avvezza alle goleada, italiani brava gente del resto. Nel passato recente e meno, si ricorda soltanto un’Italia-Armenia 9-1 poco prima del COVID, che faceva capire che con Roberto Mancini agli Europei forse stava per accadere qualcosa di incredibile. Poi per il resto negli ultimi 50 anni addirittura solo altre due volte abbiamo rifilato 5 gol di scarto agli avversari in partite non amichevoli, e i rivali si chiamavano Malta e Lichtenstein.

E questa Estonia in verità e con tutti i suoi limiti è comunque rispettabile: ricordiamo che in casa è stata capace di trattenere sullo 0-0 la Norvegia fino al 75º, prima di crollare sotto l’unico goal di Haaland. Certo in trasferta è un’altra cosa, ma desta altrettanto fiducia il fatto che dopo aver finalmente trovato la soluzione dopo 60 minuti, l’Italia non si sia accontentata, non abbia semplicemente provato a segnare il secondo e mettere al sicuro la vittoria, ma abbia addirittura alzato il ritmo e questo con tutto che aveva già speso parecchio dal punto di vista delle forze.
Bisognerà stare ancora più attenti adesso, perché appunto si è speso tanto, e perché a Debrecen contro Israele ci giochiamo lo spareggio per i play-off. Qualificarsi direttamente è una chimera, ma fare risultato non pieno contro Israele rischierebbe addirittura di non mandarci nemmeno agli spareggi.
Tuttavia, qualcosa di inaspettato e ottimistico per il futuro è accaduto. E lo si vede dalle parole post spartita dei Bastoni, Kean e Raspadori. Gli azzurri hanno menzionato senza remore la possibilità di riandare ad acciuffare la Norvegia alla differenza reti. Perché questo succeda, l’Italia ovviamente deve vincerle tutte, compreso lo scontro a San Siro di novembre contro i norvegesi. E dando per scontato che la squadra di Haaland non disperda altri punti, del resto tranne San Siro le rimangono solo scontri in casa. Ma l’opzione raggiungimento della Norvegia sembrava solo un esercizio retorico fino a prima del fischio di inizio di Bergamo. Si partiva contro una squadra che aveva subito una media di 2 gol a partita, e soprattutto con un confronto che diceva +11 Norvegia e -1 Italia. Questo dopo aver sgraffignato un 2-0 contro la Moldova nell’ultima uscita di Spalletti, in quello che era sulla carta lo scontro diretto più ghiotto per accumulare differenza reti. Per questi motivi, e se c’è davvero questa convinzione e determinazione di almeno andarsi a giocare l la possibilità, ecco che il raggiungere la Norvegia che sembrava francamente impossibile non diventa certo di colpo uno scenario plausibile, ma quantomeno è declassato nella scala di qualificazione da “impossibile” a “improbabile”. È che un gruppo che fosse così tanto sfiduciato adesso quantomeno renda secondo la propria determinazione, è già un ottimo primo passo.
Che cosa può cambiare con Gattuso? Quello che finora si è visto nella formazione iper offensiva contro l’Estonia (che probabilmente già sarà un poco più accorta contro Israele, con ipotizziamo l’uscita di Zaccardo in favore di Locatelli) è un calcio più verticale, più elettrico, anche più aggressivo. Ma è giusto riconoscere che la Nazionale fino al 60º, nonostante le varie occasioni prodotte, non riusciva ad aprire il muro ragionato estone. E non ci riusciva anche e soprattutto perché negli ultimi 20 metri le soluzioni erano più scolastiche, forse troppo leziosa nel tocco di troppo in aria, ma è anche evidente che in fase di realizzazione le idee proposte da Gattuso sono più limitate. Che ci sia però davvero la convinzione di poterci provare e già un piccolo traguardo a suo modo. La rincorsa sembra davvero troppo lunga, perché la Norvegia avrà modo di accrescere ancora di più la sua differenza reti con le partite in casa, e questo anche se noi si esca largamente vincenti dal confronto di San Siro contro i norvegesi. Ma è proprio il fatto che ci sia questa voglia nonostante tutte queste difficoltà esiziali che giustificherebbero un atteggiamento più raccogliticcio, ad essere il dato più sorprendente dopo la serata di Bergamo. E poi capire se sarà ancora 4-4-2 molto spinto e con le doppie punte, o se virerà in un 4-3-3 con Kean in fascia e chissà magari spazio per Raspadori. Ma non è esser più depressi è un buon inizio.






