Per Pecco Bagnaia la stagione 2025 ormai è una certezza: sarà un anno da dimenticare. Oltre ai risultati, a preoccupare il torinese è la nuova stagione 2026.
Il weekend di Misano ha offerto due facce opposte della stessa medaglia. Da una parte c’è Marc Marquez, che con la consueta aggressività e capacità di gestione ha confermato ancora una volta il suo ruolo da protagonista assoluto della stagione. Lo spagnolo, dopo la scivolata nella Sprint, ha ritrovato solidità e ritmo nella gara lunga, mettendo in riga avversari e compagni di marca. Una dimostrazione ulteriore di come, a 32 anni, sia ancora il punto di riferimento tecnico e mentale di tutta la griglia. Dall’altra parte, la situazione di Francesco Bagnaia appare sempre più delicata. Il torinese, campione del mondo soltanto due stagioni fa, non riesce a ritrovare continuità né sensazioni positive sulla moto. A Misano la caduta ha aggiunto un’altra ferita a una stagione che sembrava già complicata: i punti scarseggiano, la fiducia pure, e il confronto con il compagno di box è diventato impietoso.

In Ducati, il dibattito interno è ormai aperto: la rivoluzione tecnica è iniziata e non è detto che Bagnaia resti il perno del progetto futuro. Se Marquez ha trovato un equilibrio perfetto con la Desmosedici, Bagnaia appare spaesato, incapace di adattarsi a un pacchetto che sembra aver cambiato pelle proprio quando serviva un’ulteriore crescita. Le prossime gare saranno decisive non solo per la classifica, ma per le valutazioni di Borgo Panigale sul medio periodo. La rivoluzione, già accennata nei corridoi, potrebbe coinvolgere anche le gerarchie interne.
Yamaha e la sfida del V4: una rivoluzione che guarda al 2026
Mentre in Ducati si discute di piloti e strategie, in casa Yamaha l’attenzione è tutta sul nuovo motore V4, presentato ufficialmente a Misano e portato in pista dal collaudatore Augusto Fernandez. È una svolta storica per la casa di Iwata, che abbandona la tradizione dell’inline-4 per allinearsi alla concorrenza. L’obiettivo è chiaro: accorciare il gap tecnico accumulato negli ultimi anni e tornare competitivi ai massimi livelli entro il 2026. Il team director Maio Meregalli ha confermato che l’approccio sarà graduale, ma con una direzione precisa. “Il piano, oltre a quella di Misano, è di fare un altro paio di gare: una potrebbe essere la Malesia, perché vorremmo provarla in condizioni estreme. Ma questo è il primo step, quindi i programmi possono variare. Però nel 2026 è molto probabile che useremo il V4, a meno che ci siano problematiche irrisolvibili.”

Le parole del dirigente lasciano intendere una strategia di test serrati, con l’obiettivo di stressare il nuovo propulsore in scenari differenti, dal caldo umido di Sepang fino alle piste europee. L’idea è quella di raccogliere più dati possibili, costruendo già nel 2026 una base solida per una moto che nel 2027 dovrà essere definitivamente pronta a lottare per il titolo. Il progetto comporta un enorme dispendio di risorse, visto che Yamaha porta avanti parallelamente tre linee di sviluppo: la moto attuale, la transizione al V4 e un pensiero già concreto alla versione 2027. Una sfida titanica, che dimostra quanto la casa giapponese sia determinata a rientrare stabilmente nel gruppo di testa. Per i tifosi, abituati a vedere il marchio vincere con Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, l’attesa è grande. E a giudicare dai primi segnali, la rivoluzione darà qualche pensiero in più anche a Pecco Bagnaia…






