Mancano pochi giorni all’esordio asiatico di Jannik Sinner, che però non trova pace: il caso Clostebol è tornato a farsi sentire a distanze di mesi.
Quando sembrava che la vicenda fosse stata archiviata, Jannik Sinner si ritrova nuovamente al centro dell’attenzione per la questione Clostebol. L’altoatesino, appena un anno fa, aveva vissuto uno dei momenti più delicati della sua carriera: da Cincinnati trapelò la notizia che un controllo effettuato a Indian Wells aveva evidenziato tracce della sostanza proibita. La conseguente squalifica, concordata con la WADA, lo aveva tenuto lontano dai campi per tre mesi, da febbraio a maggio 2025. In quel periodo non sono mancate le polemiche, con tifosi e addetti ai lavori divisi tra chi lo considerava vittima di una disattenzione e chi, invece, sollevava dubbi sulla sua trasparenza. La risposta del tennista è arrivata sul campo: il trionfo a Wimbledon, primo italiano nella storia a riuscirci, e una stagione da protagonista che lo aveva consacrato come numero uno al mondo.

Ora, a pochi giorni dall’inizio della tournée asiatica che lo vedrà impegnato al China Open e al Masters 1000 di Shanghai, il caso torna a bussare alla sua porta. Non per nuovi sviluppi giudiziari, ma perché il tema del doping nel tennis è riemerso attraverso dichiarazioni che hanno fatto il giro del mondo. E proprio nel momento in cui Sinner prova a riprendere la rincorsa al primato nel ranking ATP, il passato torna a proiettare ombre pesanti.
Caso Clostebol, le parole di Borg e la nuova ombra
A riaccendere i riflettori è stato Bjorn Borg, leggenda del tennis e icona senza tempo, che in un’intervista alla BBC ha commentato il caso Sinner con toni particolarmente severi. L’ex campione svedese, a margine della presentazione della sua autobiografia “Heartbeats”, ha detto: “Sono rimasto molto sorpreso quando ho letto la notizia della sua positività. Il fatto è che sono due i test positivi, se fosse successo solo una volta… Invece è successo in due occasioni diverse, penso che sia una cosa piuttosto strana. Non so quello che è successo e spero che non sia avvenuto niente di serio ma non lo possiamo sapere con certezza”. Parole che tra le righe nascondono una diffidenza neanche troppo velata e che hanno inevitabilmente riportato alla memoria i momenti più controversi vissuti dal campione italiano.

Non è la prima volta che Borg si espone sul tema doping: ha già ammesso che nella sua generazione fossero in molti a ricorrere a sostanze proibite, pur senza fare nomi. Stavolta, però, il riferimento diretto a Sinner ha avuto l’effetto di un fulmine a ciel sereno. Se da un lato l’altoatesino ha ormai superato quella parentesi con risultati straordinari, dall’altro le frasi di Borg rischiano di riaprire un dibattito mai del tutto sopito. Gli stessi tifosi, che a luglio lo avevano acclamato sul prato londinese, si ritrovano ora a dover fronteggiare nuovi interrogativi. L’auspicio è che la tournée asiatica possa restituire la parola al campo, unica sede in cui Sinner ha sempre saputo rispondere con la forza del suo tennis.






