Michael Schumacher, dalle lacrime alla rabbia: il racconto dei figli

Michael Schumacher, dalle lacrime alla rabbia: il racconto dei figli. Il documentario sulla vita del pilota tedesco regala momenti toccanti

Michael Schumacher
Michael Schumacher (Getty Images)

Si sono riaccesi all’improvviso i riflettori sulla vita di Michael Schumacher. Non che l’ex fuoriclasse tedesco sia mai stato messo nel dimenticatoio, ma in occasione dell’uscita sulla piattaforma Netflix del documentario sulla sua vita tv, riviste e social hanno dedicato fior di prime pagine alla vicenda dell’ex pilota della Ferrari. Grazie soprattutto al contributo, a dir poco commovente, della sua famiglia. La moglie Corinna qualche giorno fa ha rotto un silenzio che si protraeva da ben sette anni. Ora sono i figli di Schumi, Mik e Gina Maria, descrivere nei particolari il rapporto con il loro illustre e sfortunato papà.

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C’è un giorno, maledetto, in cui la vita della famiglia Schumacher è cambiata radicalmente: il 29 dicembre del 2013. Una piacevole e divertente vacanza di fine anno sulle Alpi si è trasforma in una tragedia: Michael cadendo dagli sci sbatte violentemente la testa e si procura un devastante trauma cranico. E’ il momento esatto in cui il sette volte campione del mondo entra in un buco nero da cui non è più uscito. Il dolore di chi gli sta accanto tutti i giorni, la moglie Corinna e i due figli, si intreccia con la rabbia e la disperazione. In questo senso la testimonianza proprio di Mick e Gina Maria è particolarmente toccante.

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Gina Maria
Gina Maria Schumacher (Getty Images)

Michael Schumacher, la rabbia composta dei figli: “Colpiti nei giorni più felici”

Mick Schumacher fatica a trattenere le lacrime quando parla del padre Michael: “Se penso al passato vedo noi quattro che ci divertiamo da qualche parte, a fare karting, sulle carrozze trainate dai pony. È ingiusto che quei momenti non ci siano più – confida Mick -. Io e papà abbiamo in comune una grande passione, mi piacerebbe parlare con lui di automobilismo, è un pensiero che non mi abbandona mai… lui era il mio eroe, il mio idolo, pensavo che un giorno avrei voluto essere come lui“. Di tenore simile il pensiero espresso dalla figlia Gina Maria: “Il ricordo più bello è quando tornava a casa dopo il lavoro, ci chiedeva di raccontargli cosa avevamo fatto e ci ascoltava, trovava sempre tempo per stare con noi”.

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