Paolo Rossi, l’emozione corre in tv: il ricordo a un anno dalla morte

Paolo Rossi, l’emozione corre in tv: il ricordo a un anno dalla morte. Appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati di calcio

E’ trascorso un anno dalla tragica scomparsa di uno dei giocatori simbolo del calcio italiano, una delle icone più riconoscibili e amate del nostro paese. Dodici mesi fa, a soli sessantacinque anni, se ne è andato per sempre Paolo Rossi, il Pablito nazionale, colui che fece piangere una nazione intera, il Brasile, nella leggendaria edizione dei Mondiali del 1982 in Spagna. Chi non ricorda, in quell’estate bollente, le straordinarie imprese dell’Italia di Bearzot che la notte dell’11 luglio si laureò campione del mondo. E il principale interprete di quell’impresa leggendaria, l’uomo capace di tramutare il sogno azzurro in realtà fu Paolo Rossi.

Paolo Rossi
Paolo Rossi (Lapresse)

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Per tenere vivo il ricordo di quegli straordinari e indimenticabili momenti, Sky Sport ha programmato uno speciale condotto dal giornalista Giorgio Porrà che rivisiterà quell’estate da favola. Il programma, in onda da martedì 7 dicembre alle ore 19.45 su Sky Sport, è intitolato Il Ragazzo del Gol e ripercorrerà in grandi linee la carriera del centravanti che per un’intera estate ha fatto sognare il nostro paese. “È stato il ragazzo che si è preso tutto nel soffio di un’estate – ha scritto Giorgio Porrà nel presentare il programma dedicato a Paolo Rossi -. E quel tutto ha dimostrato di meritarselo, lasciando che godessimo con lui della sua eccezionale normalità”.

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Paolo Rossi
Paolo Rossi ai Mondiali del 1982 in Spagna (Lapresse)

 

Paolo Rossi, il ricordo di Roberto Baggio: “Era il mio idolo e il simbolo del grande Vicenza”

Uno dei ricordi più belli e struggenti del centravanti di Prato è senz’altro quello di un altro mito del calcio italiano, Roberto Baggio: “Avevo dieci anni e il mio idolo era Paolo Rossi – ha detto di lui il Divin Codino –. La domenica mio padre mi caricava sulla canna della bici e percorrevamo i 12 chilometri che separano Caldogno da Vicenza, per vederlo giocare al Menti. Erano gli anni in cui cullavo i miei sogni. Il più grande era quello di emularlo con quella maglia con la grande R sul petto“.

 

 

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