Boxe, Manny Pacquiao annuncia il ritiro: il motivo è clamoroso

Boxe, Manny Pacquiao annuncia il ritiro: il motivo è clamoroso. Il quarantaduenne filippino pluricampione del mondo abbandona l’attività

Manny Pacquiao
Sconfitta ai punti per Manny Pacquiao contro il cubano Ugos (Getty Images)

E’ arrivato il momento di appendere, una volta per tutte, i guantoni al chiodo. La leggenda della box mondiale, il quarantaduenne campione filippino Manny Pacquiao, ha detto basta. Pacquiao, nato a Kibawe quarantadue anni fa, è stato il primo e unico pugile della storia ad aver vinto un titolo mondiale in otto differenti classi di peso. Dai pesi mosca ai pesi welter, l’idolo del popolo filippino ha vinto la bellezza di dodici titoli iridati: il suo record personale è fatto di 62 incontri vinti (di cui 39 prima del limite) su 72 disputati da professionista, 8 sconfitte e 2 pareggi.

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È la decisione più dura della mia vita“, il lapidario commento iniziale di Pacquiao poco dopo aver annunciato la fine della sua straordinaria carriera. “Mentre appendo i miei guantoni da boxe – ha scritto nel video-messaggio inviato alle tv di tutto il mondo – vorrei ringraziare il mondo intero, specialmente il popolo filippino, per avermi sostenuto. Per me è difficile accettare che il mio tempo da pugile sia finito. Ma oggi è arrivato il momento di annunciare formalmente il mio ritiro”.

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Manny Pacquiao
Manny Pacquiao, 42 anni, 26 dei quali da professionista (Getty Images)

Pacquiao, il futuro è in politica: pronta la sua candidatura alla presidenza della Repubblica

Per l’ormai ex campione filippino si aprono le porte di una nuova vita: dopo 26 anni di incontri, Pacquiao trasferirà il suo spirito battagliero dal ring all’agone della lotta politica. E’ infatti già pronta la sua clamorosa candidatura alla presidenza delle Filippine nelle elezioni che si terranno il prossimo anno, nelle fila di un’ala del partito di governo, il PDP-Laban. Non è la prima volta che un grande personaggio del mondo dello sport cede alle lusinghe della politica: da Pelè a Romario in Brasile, passando per Reutmann in Argentina e in Italia Gianni Rivera, molti campioni hanno deciso di mettersi al servizio delle istituzioni dei rispettivi paesi. Ora è il turno di Pacquiao.

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